Intervista al Maestro liutaio Federico Falaschi

Epichorde

Abbiamo intervistato il Maestro Federico Falaschi, che ci ha svelato i segreti dell’Epichorde®, uno strumento innovativo e rivoluzionario, realizzato a partire da una intuizione del Maestro Aldo Benedetti Castri.

Maestro Falaschi, come è nata la collaborazione con il Maestro Benedetti Castri?
Ci siamo conosciuti diversi anni fa nel laboratorio del Maestro Lorenzo Frignani di Modena, io lavoravo lì e il Maestro Castri era un suo cliente. Poi siamo stati diversi anni senza vederci. Nel 2017 lui mi ha chiamato per propormi questo suo progetto e ci siamo rivisti.

Come ha accolto l’idea di costruire uno strumento così innovativo come l’Epichorde?
L’idea mi è subito piaciuta. Ho trovato affasciante la sua idea di riprendere i rapporti aurei degli antichi greci e di applicarli allo strumento. Chiaramente ho dovuto apporre dei limiti alle idee a cascata che aveva il Maestro Castri, in quanto poi ci sono delle regole strutturali che la chitarra deve avere a prescindere per poter funzionare. Quindi abbiamo raggiunto una sorta di compromesso: io ho accettato tutte le sue idee fino ai limiti costruttivi e strutturali dello strumento. Alcune cose si possono adattare, mentre delle altre devono rimanere invariate, altrimenti la struttura può collassare o avere problemi col passare del tempo.

Ci può parlare di questo strumento? Quali sono le sue caratteristiche peculiari?
Sia per la versione a 7 corde sia per quella a 10, si tratta in entrambi i casi di uno strumento molto particolare. A parte la forma esterna – vedi la cassa armonica – realizzata, per quanto riguarda la tavola, in acero con due fasce e abete della Val di Fiemme, è uno strumento che abbiamo progettato con una incatenatura interna molto originale che si rifà al teatro greco, ossia una disposizione circolare basata su rapporti aurei tra le distanze, gli spessori e le lunghezze delle catene, creando un accorgimento del tutto nuovo rispetto alla chitarra standard spagnola.

 

Il Maestro liutaio Falaschi con l’Epichorde®

Cosa intende per incatenatura interna?
L’incatenatura interna è costituita dai rinforzi che si mettono all’interno della tavola armonica, che servono sia per dare robustezza allo strumento sia per trasmettere vibrazioni. Abbiamo fatto sì che il suono arrivasse ovunque nel piano armonico, all’interno della cassa armonica, creando in tal modo una risonanza più profonda, e di sfruttare al massimo le potenzialità dello strumento.

Come si sviluppano i rapporti aurei ispirati al teatro greco?
Creando una forma a raggiera semicircolare, come quella del teatro greco. Abbiamo preso spunto da questa disposizione del teatro perché gli antichi greci costruivano usando dei rapporti aurei. Un rapporto aureo è un rapporto naturale, come ad esempio quello tra le braccia e le gambe di una persona, la distanza degli occhi, del naso e della bocca, la spirale di una chiocciola, e così via; dunque un rapporto studiato prendendo le misure e le forme che esistono in natura. Gli antichi greci hanno creduto molto in questa formula e l’hanno quindi applicata in tutti i campi. Nel teatro, in particolar modo, le sedute erano divise secondo un rapporto aureo, che permetteva al suono di diffondersi ed espandersi, come avverrebbe oggi grazie a un impianto di amplificazione elettrica.

Se ho ben capito, l’idea alla base dello strumento è proprio quella di ricreare una risonanza in tutte le parti della cassa armonica
Sì, di sfruttare tutta la cassa armonica. A volte accade che nelle chitarre alcune zone vengano sfruttate a scapito di altre, creando dei blocchi; ma lo si fa anche per evitare dei problemi, delle spaccature. Nel progetto dell’Epichorde, col Maestro Castri si è cercato di ovviare ad alcuni problemi, cercando tuttavia di portare il suono il più lontano possibile. L’incatenatura interna fatta di pezzi di abete che vengono messi sia sul fondo sia sulla tavola ha la duplice funzione di propagare il suono e di conferire rigidità e robustezza allo strumento. Incatenature trasversali vengono costruite per evitare che un urto o l’usura del tempo creino delle spaccature. Normalmente per evitare questo si incollano delle parti in legno che non hanno una funzione acustica, ma una funzione più strutturale, a scapito però di quella acustica. Noi abbiamo cercato di ovviare a ciò cercando di veicolare il suono all’interno di tutto il perimetro della cassa.

Per quanto riguarda le dimensioni, ci sono differenze tra l’Epichorde e una chitarra tradizionale spagnola?
Come dimensioni perimetrali, non c’è molta differenza. Nel caso dell’Epichorde, le fasce sono state leggermente rialzate e la bombatura del fondo è stata accentuata, il che dà luogo a un volume d’aria leggermente più ampio rispetto alle chitarre tradizionali spagnole.

E il diapason?
Il diapason è variabile. Un’altra peculiarità dell’Epichorde è che si tratta di una chitarra ad accordatura mista, nel senso che, a partire dalla prima, ogni corda ha una lunghezza diversa. Ciò per diverse ragioni: il Maestro Castri è stato molto preciso in questo progetto, perché, anzitutto, la lunghezza variabile dà a ogni corda una sua propria impronta, una personalità che nelle chitarre standard non esiste. Ma, soprattutto, l’accordatura variabile permette di eseguire dei repertori classici senza modificarne il contenuto nella trascrizione. Mi spiego: l’adattamento di uno spartito musicale alla chitarra implica normalmente una modifica dello spartito stesso, poiché la mano sinistra ha difficoltà a raggiungere determinate posizioni, e quindi c’è un adattamento in base alle diteggiature possibili sulla chitarra. L’Epichorde, invece, grazie alla sua accordatura variabile per cui abbiamo dei tasti più ravvicinati nella prima corda e dei tasti più larghi nell’ultima, permette di eseguire repertori classici originali senza modificarne il contenuto e le note, poiché la mano è più comoda e riesce ad arrivare a posizioni altrimenti impossibili. Io chiamo questa tastiera “a ventaglio” perché i tasti non sono paralleli, ma obliqui, formando un ventaglio dal capotasto al ponte. Il Maestro Castri ha fatto realizzare [dalla ditta Hannabach, ndr] corde su misura con dei materiali speciali, dato che le corde normali non riuscirebbero a sostenere questo tipo di accordatura. Con queste corde è stato possibile montare uno strumento del genere senza problemi. In questo senso, la tecnologia moderna ha permesso qualcosa che, probabilmente, fino a 20 anni fa non sarebbe stato possibile. Oggigiorno, la ricerca sui materiali da parte dei costruttori di corde ha permesso la realizzazione di una chitarra del genere.

Nella Sua esperienza, anche acustica, di liutaio, dopo avere ascoltato il suono dell’Epichorde, che cosa ha percepito di diverso rispetto alle chitarre tradizionali?
Di solito costruisco chitarre su ispirazione spagnola, in particolare modelli Ramirez di Madrid dei primi del ‘900; mi sono anche un po’ specializzato perché amo molto quel suono lì. Provando le chitarre del Maestro Castri, appena costruite, ho notato subito un bell’equilibrio tra le prime e le ultime corde e la profondità del suono. Quindi si tratta di uno strumento versatile, nel senso che le corde si possono modulare dal piano al forte, e che soprattutto ha una proiezione molto alta, cioè si sente quasi più da lontano che da vicino: man mano che ci si avvicina allo strumento, la percezione è che il volume diminuisca. Ciò significa che il lavoro è stato fatto bene, perché uno strumento deve proiettare il suono il più lontano possibile. Ci sono strumenti che sembrano avere un volume altissimo ma, in realtà, se ti allontani dieci metri, non si sentono più. Questo dipende dal tipo di vibrazione, dal tipo di frequenze che lo strumento emette. Ci sono le armoniche fondamentali, ossia quelle che danno il volume sotto, mentre le altre producono un’oscillazione diversa e vanno più in profondità, ossia si allontanano di più, e questa è una cosa molto positiva. Un’altra cosa che ho notato, appena ho ultimato lo strumento, è stata una certa rigidità – cosa che rientra nella normalità – ma dopo appena un paio di mesi che era stato suonato, lo strumento aveva un suono molto più aperto, più caldo, più equilibrato. Sia io che il Maestro Castri siamo rimasti molto soddisfatti.

Ha incontrato particolari difficoltà nella costruzione di questo strumento?
È chiaro che le cose diverse sono tante: dalla tastiera al calcolo della distanza fra i tasti, al ponticello, che non è orizzontale ma che ho dovuto progettare io stesso, all’incatenatura. Tutte quelle cose che in una fase iniziale richiedono più tempo. Poi, avanzando col lavoro, ci si affina e si acquisisce confidenza.

Quanto tempo ci è voluto per la sua costruzione?
Ho impiegato più di due mesi, perché alcune soluzioni richiedevano dei ripensamenti rispetto all’idea del Maestro Castri, per cui ci sentivamo spesso per ragionarci bene e infine abbiamo raggiunto un buon risultato.

Quanto tempo occorre normalmente per costruire una chitarra tradizionale?
Per una chitarra senza verniciatura, circa un mese e mezzo. Con il montaggio e la verniciatura arriviamo a due mesi, ma per l’Epichorde ho impiegato un po’ più di tempo perché ci tenevo che venisse bene.

Tra la versione a sette corde e quella a dieci ci sono delle differenze a parte l’estensione di registro?
La differenza è nel calcolo del peso delle corde, nel senso che nella versione a dieci, le corde hanno un tiraggio, ossia scaricano un peso sulla tavola armonica superiore al sette corde, per cui nella costruzione delle due versioni va calcolata questa differenza, mentre la forma dello strumento è pressoché la stessa. Poi, ovviamente, non è escluso che in futuro vengano fuori altre idee, e che quindi anche a livello di incatenatura interna si possano apportare dei miglioramenti.

Mi può dare le dimensioni esatte dello strumento?
La cassa armonica, escludendo il tacco del manico, misura circa 48,5 cm in altezza, osservando lo strumento frontalmente. Le larghezze sono tre: la spalla superiore misura intorno ai 28 cm, la parte ristretta 23 cm, quella più larga sui 36 cm. L’altezza delle fasce va invece da 10,5 cm a 11,5 cm. Nella parte più centrale, visto che abbiamo disegnato una bella bombatura sul fondo, le fasce nella parte centrale sono un po’ più alte di un centimetro circa.

Nel Suo lavoro costruisce soltanto chitarre o altre tipologie di strumento?
Realizzo strumenti ad arco in generale: violini, viole, violoncelli, ma anche chitarre classiche, poiché ho avuto modo di fare due percorsi collaborando con liutai che sviluppavano entrambi gli strumenti, ed è anche bello poter essere competenti in entrambe le tipologie.

Dove si svolge la Sua attività?
Dopo aver finito la scuola nel 2002, sono stato a Firenze e poi diversi anni a Modena fino al 2013. Dopodiché mi sono trasferito in Umbria a Pistrino, vicino Città di Castello, al confine con la Toscana. La mia attività in proprio è iniziata nel 2009.

Quale pensa che sarà la reazione degli addetti ai lavori all’ascolto dell’Epichorde?
Lo strumento si presenta molto bello e affascinante. Chiaramente, mi aspetto un po’ di scetticismo da parte del chitarrista classico. Ma credo che ci voglia un po’ più di apertura, di libertà nel modo di valutare lo strumento. Anche il modo di suonare deve essere un po’ modificato in base a questa tastiera. Però credo che l’Epichorde sia uno strumento in grado di offrire dei vantaggi inaspettati, e spero che coloro che si approcceranno ad esso avranno questa libertà, senza pregiudizi. Poi, ovviamente, non è uno strumento che sostituisce quello tradizionale, ma che semplicemente ha delle caratteristiche aggiuntive. È una cosa diversa, che offre delle possibilità in più nell’esecuzione di alcuni repertori.

E da parte del pubblico si aspetta entusiasmo?
Sì, certo. I puristi, nel vedere alcune foto pubblicate, ci sono rimasti un po’ male, ma molti altri sono rimasti sorpresi, hanno mostrato curiosità e mi hanno persino inviato delle email per chiedermi informazioni sul metodo costruttivo e sul perché di una chitarra del genere. Confido quindi in una risposta positiva.

TVX

You can leave a response, or trackback from your own site.

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Powered by WordPress | Designed by: Themes Gallery | Thanks to Best Premium WordPress Themes deals, Themes Gallery and Free WordPress Themes